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Immagine del redattoreFederica Seal Ronchi

La Legge dell'Equilibrio, durante i periodi di transizione

In questo momento di transizione tra cicli evolutivi, ci troviamo immersi in un vortice di esperienze e opportunità che si susseguono a un ritmo senza precedenti.

Oggi, in una singola vita, possiamo compiere passi equivalenti a quelli di dieci vite passate, accelerando il nostro processo karmico e riequilibrando gli errori accumulati nel cammino delle nostre precedenti incarnazioni.

Come insegna la Scienza dello Spirito, l’errore non è da vedere come un fallimento, ma piuttosto come un maestro silenzioso che ci guida verso la comprensione. Helena Petrovna Blavatsky affermava che “non esiste fallimento, esiste solo esperienza.” È l'ostinato reiterarsi dell'errore, senza apprendere la lezione, che diventa "diabolico", ossia frena la nostra evoluzione.

Riflettere sugli errori del passato ci offre l’opportunità di non ripeterli, permettendoci di imparare e trascendere. Ogni fine ciclo ci invita a rivedere ciò che è stato e a lasciar andare ciò che non serve più al nostro percorso. Comprendere le Leggi Universali diventa essenziale in questo processo di trasformazione.
Nel passato, le scuole esoteriche e religiose hanno posto l'accento su una rigida disciplina, che spesso è degenerata in autoritarismo.

La Legge dell’Equilibrio insegna che, quando un estremo predomina, l'energia deve inevitabilmente oscillare verso l'opposto prima di trovare un punto di armonia. La cultura New Age, con il suo approccio semplificato e a volte superficiale, è stata un esempio di questo estremo: un pendolo che si è spostato dall'austerità spirituale del passato verso una spiritualità "facile" e mercificata.

Il "supermercato dello Spirito", come lo definisce Alice Bailey, promette miracoli rapidi: dall'apertura dei chakra a pagamento all'annullamento del karma in poche lezioni. Questo tipo di scorciatoia non porta alla vera illuminazione, ma allontana dall’essenza profonda del cammino spirituale.
Questo approccio superficiale ha alimentato il cinismo della scienza e della cultura laica, che spesso riduce lo spiritualista a una caricatura: un "emarginato culturale seduto sotto una piramide di alluminio, con cristalli in mano, in attesa degli UFO" (Time Magazine). Eppure, la New Age ha avuto anche un ruolo positivo, diffondendo concetti come chakra, energia, karma e reincarnazione a un pubblico più vasto, anche se in modo spesso semplicistico.

Ora è tempo di trovare un nuovo equilibrio, di unire la profondità delle antiche tradizioni con la freschezza di un approccio più contemporaneo, senza perdere di vista l'autenticità del percorso spirituale.

Se l'umanità comprendesse appieno le Leggi Universali, non si lascerebbe distrarre dalle illusioni dei piaceri materiali o dalle emozioni passeggere, che creano solo ulteriore karma. Come insegnava il Maestro Djwhal Khul, "tutto ciò che imprigiona la coscienza nella materia è destinato a decadere."

In questo periodo di decadenza, è normale percepire "l’odore della morte", quel sentore di ciò che è in decomposizione. Molte persone cercano di coprire questi odori corporei con profumi artificiali, ma l'odore fisico è solo il riflesso di una combustione che avviene nei nostri corpi sottili. Per eliminare questo odore alla radice, dobbiamo sviluppare un profumo interiore, che sgorghi da tutti i nostri corpi – causale, mentale, emotivo, eterico e fisico.

Il vero cammino spirituale non è fatto di scorciatoie, ma di un lavoro profondo e paziente su di sé, che permette alla nostra anima di emanare il dolce profumo della pace interiore e del sorriso.

con te,
Federica
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