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L’Equinozio e il Nuovo Anno Astrologico: un Portale di Rinascita

L’Equinozio segna l’inizio del nuovo anno astrologico, un momento in cui luce e oscurità danzano in perfetto equilibrio, ovunque ci troviamo nel mondo. È un passaggio sacro, un respiro cosmico che ci invita a rinascere, a rinnovarci, a piantare i semi di ciò che desideriamo vedere fiorire nel ciclo che si apre.
In questa soglia sospesa tra ciò che è stato e ciò che sarà, possiamo accogliere la bellezza dell’inizio, lasciarci attraversare dalle energie di trasformazione e allinearci con il ritmo profondo della Vita.

Solo toccando il buio più profondo possiamo rinascere.
Questo è il dono di questo tempo: ci troviamo in una soglia, un varco in cui il passato riemerge affinché possiamo osservarlo, comprenderlo e, infine, lasciarlo andare. I movimenti retrogradi dei pianeti ci spingono a guardare dentro di noi, a confrontarci con le ombre ancora irrisolte, a rivedere scelte, desideri, schemi. È un rallentamento necessario, una pausa cosmica che ci invita a non forzare il nuovo prima di aver onorato il vecchio.
L’Equinozio ci ricorda che prima di espanderci verso la luce, abbiamo dovuto attraversare le nostre notti più oscure. Come il seme che germoglia nella terra prima di spingersi verso il sole, anche noi dobbiamo sostare nell’oscurità fertile della trasformazione, abbandonando certezze, identità, pesi che non ci appartengono più.
Solo avendo accettato questa discesa possiamo risorgere oggi autentici, purificati, pronti a fiorire nel nuovo ciclo che ci attende.

20 Marzo: L’Alba di un Nuovo Ciclo
Il 20 marzo segna il ritorno del Sole al punto d’inizio dello Zodiaco, l’istante in cui, dopo aver percorso i dodici segni, si tuffa nuovamente nelle fiamme primordiali dell’Ariete.
È il 1° gennaio del cosmo, il battito iniziale di un nuovo capitolo, il soffio vitale di infinite possibilità.
In questo giorno sacro, la Terra raggiunge l’Equinozio e si prepara a mutare, ricordandoci che anche noi siamo parte di questo eterno fluire.
Ma prima di varcare la soglia, c’è un attimo sospeso: gli ultimi battiti del vecchio anno astrologico.
È il tempo delle riflessioni, dei bilanci, della resa. Il tempo di posare il peso di ciò che è stato, di chiudere cerchi rimasti aperti, di offrire perdono e guarigione a ciò che ha segnato il nostro cammino.
Siamo chiamati a riposare, raccoglierci, ascoltare il silenzio dentro di noi.
A lasciare che la nostra saggezza più profonda ci guidi verso una preparazione autentica per ciò che verrà.



Abbracciare il Vuoto, Aprirsi al Nuovo
Ogni rinascita nasce da un atto di abbandono. Ogni nuova possibilità trova spazio solo quando siamo disposti a svuotare le mani.
Saper stare nel vuoto è un’arte sottile. 
Richiede fiducia, richiede coraggio.
Ci chiede di lasciarci cadere nell’ignoto senza paura, di non riempire subito lo spazio con vecchie abitudini, ma di concederci il lusso di essere in attesa, di lasciar emergere il nuovo con il suo ritmo sacro.
Possiamo imparare dalla Luna, che si dissolve nella notte per poi tornare a brillare. Dal Sole, che si spegne nell’orizzonte per poi sorgere ancora.
Dalla Terra, che abbraccia il ciclo della nascita, della morte e della trasformazione con infinita grazia.
Un ciclo si è compiuto.
Una vecchia pelle è stata lasciata indietro.
Ora è il momento di fluire verso la prossima versione di noi stessi.


L’Essenza del Divenire
Siamo esseri ciclici. È nella nostra natura mutare, sbocciare, dissolverci e rinascere, ancora e ancora.
Eppure, spesso ci aggrappiamo a ciò che conosciamo: a ruoli, relazioni, abitudini, strutture che ormai ci vanno strette. Lo facciamo per paura di quel vuoto che la natura accoglie senza esitazione, perché lì—tra il lasciare andare e il ricevere—si nasconde un mistero che la mente fatica ad abbracciare.

Ma ecco la verità:
  • Dove c’è vuoto, c’è spazio.
  • Dove c’è spazio, c’è potenziale.
  • Dove c’è potenziale, c’è un nuovo inizio.

Un inizio che onora ciò che siamo diventati. Un inizio che non ci incatena più ai vecchi schemi, ma ci offre una libertà nuova, una possibilità ancora inespressa.

Lascia che questo sia il tuo promemoria: Non sei obbligato a rimanere lo stesso.
Puoi lasciare andare ciò che è scaduto.
Puoi arrenderti al mistero dell’ignoto.
E puoi dire sì a una nuova, luminosa possibilità.

con te,
Federica

"E venne il giorno in cui il rischio di restare chiusi in un bocciolo
fu più doloroso del rischio che si correva sbocciando."— Anaïs Nin

 
 
 

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